Le attività della Fondazione
Nei primi anni di vita, la Fondazione organizzò varie attività volte a realizzare gli obiettivi che il testatore aveva indicato.
Fra queste, spicca il Congresso rabbinico organizzato a Torino nel 1950, ma si annoverano anche iniziative locali e nazionali di altra natura.
In tal senso l’Archivio ci parla sia di due concorsi letterari, banditi nel 1947 e nel 1952, sia di lezioni, sia di conferenze dedicate a temi specifici; stando alla testimonianza delle carte disponibili, l’organizzazione di conferenze e incontri a tema fu l’attività principale della Fondazione negli anni Cinquanta e Sessanta, prima che questa divenisse un ente esclusivamente deputato al sostegno di iniziative da altri realizzate.
Inoltre, sin dall’inizio, il presidente Disegni aveva in animo l’istituzione di un’Unione contro l’intolleranza religiosa e il razzismo.
Non mancarono, infine, alcuni progetti editoriali che, insieme a quanto prodotto dai concorsi letterari, dovevano cooperare alla diffusione della conoscenza della cultura e storia ebraica.
Le lezioni
Nel 1951 la Fondazione avviò un ciclo di lezioni sull’ebraismo, per adulti.
Le lezioni avevano cadenza settimanale ed erano tenute dallo stesso Dario Disegni, da Gustavo Calò, da Florio Foa.
Conferenze
Le carte conservate documentano l’impegno della Fondazione nell’organizzazione di conferenze e seminari, come anticipato l’attività preminente dell’ente nella seconda metà degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta. Alcune conferenze si svolsero nei locali della Comunità, altre in sedi diverse.
Per i primi anni di attività si possono ricordare a titolo di esempio la conferenza sull’Antisemitismo tenuta da Achille Rimini nel primo anniversario della morte di De Levy o quella tenuta da Saul Israel, presidente del Centro di Studi ebraici di Roma, sugli ebrei di Spagna, organizzata nei locali della scuola. Per lo stesso periodo sono documentati i tentativi di organizzare conferenze su temi ebraici anche in altre sedi. Il primo febbraio 1950 Giuseppe Ottolenghi scriveva a Disegni a proposito dei contatti avuti in tal senso con il Circolo Filologico Milanese:
«… Mi si è promesso per l’anno venturo, di studiare insieme la possibilità di manifestazioni organiche e non isolate… Io avevo proposto due conferenze, una di carattere generale, e l’altra sul Talmùd. Si accetterebbe una sola conferenza, d’ordine comparativo tra i principii fondamentali dell’ebraismo e quelli di altre religioni. Quest’ultima può essere molto interessante, ma anche scabrosa per i suoi riflessi… Ho parlato con lo stesso prof. Colombo, ed egli sarebbe
A questi anni risalgono anche alcuni eventi promossi in concerto con altri enti, una prima tappa nel passaggio all’esclusiva attività di sostegno finanziario ai progetti esterni. Fra le iniziative in compartecipazione troviamo, ad esempio, notizia di due incontri promossi con il Centro Giovanile Ebraico di Torino – la conferenza di Leo Levi dal titolo “È possibile una vita ebraica nei paesi socialisti?” e la conferenza di Guido Lodovico Luzzatto su “L’ebraismo nell’arte di Marc Chagall” –, di una conferenza organizzata insieme all’Associazione Italia-Israele dedicata a “Il teatro in Israele” e di una conferenza dal titolo “Noi e la Bibbia”, organizzata con l’Associazione Donne Ebree d’Italia.
Se si guarda al fondo archivistico della Fondazione, la traccia documentaria relativa a queste attività si estingue nei primi anni Settanta, nei quali è ancora attestata l’organizzazione di alcune conferenze, realizzate in compartecipazione. Troviamo invece nell’archivio dell’Archivio Terracini, ancora una notizia risalente al 1977: l’organizzazione di una giornata di studio in memoria del rabbino Dario Disegni nel decennale della morte, indetta il 16 gennaio in concerto con l’Assemblea dei Rabbini d’Italia e l’Istituto di Studi Ebraici Scuola Rabbinica “Margulies-Disegni”.
Pubblicazioni
Alcune carte testimoniano l’avvio di progetti editoriali voluti dalla Fondazione e il coinvolgimento della Fondazione in progetti da altri promossi.
Fra le prime pubblicazioni che Disegni aveva in animo di realizzare vi fu la ristampa dell’Apologia dell’ebraismo di Dante Lattes. Non abbiamo minuta della lettera con la quale Disegni illustrava la sua idea all’autore, ma si conserva la risposta, dell’aprile 1947, nella quale Lattes riferiva:
«… Avrei voluto acconsentire al suo gentile ed amichevole e recarmi all’abboccamento a cui Ella così cortesemente mi invita. Ma i miei impegni – specialmente quelli del Collegio – e le difficoltà o i disagi del viaggio m’impediscono in questo momento di venire a Torino. Io non mi rifiuto [verso] però di collaborare con Lei e coi suoi amici perché sia attuata la volontà del benemerito testatore. Quanto alla ristampa dell’Apologia è da molte settimane che io ho scritto all’Editore Bietti di Milano il quale è succeduto al Formiggini nella proprietà delle sue pubblicazioni; ma non son riuscito ancora ad averne risposta. Quel libretto potrebbe – a mio parere – essere ampliato e migliorato, coll’introduzione di altri capitoli e coll’ampliamento della materia trattata. A non so se l’attuale detentore dell’edizione ne acconsentirà – come dovrebbe – la ristampa. Se vi accedderà, gradirò sentire il suo parere e i suoi suggerimenti se Ella riterrà che l’opera possa servire alo scopo. Se poi mi deciderò a muovermi e se le occupazioni me lo permetteranno iio sarò lietissimo di venire a Torino e di rinnovare i contatti con Lei…».
L’opera non fu, tuttavia, realizzata.
Nel 1948 veniva poi proposta la pubblicazione di un opuscolo composto delle lezioni tenute sui ghetti dalla professoressa Volli, come leggiamo in una lettera trasmessa dall’Associazione insegnanti ebrei in Italia (luglio 1948):
«Vi informiamo che la prof.ssa sig.na Volli ha fatto al Seminario lezioni interessantissime su “La vita nei ghetti”. Le sue chiare parole sono eloquente risposta alle malsane fandonie che spesso circolano sul nostro conto, ed elemento di sostanziale cultura ebraica. L’argomento trattato abbraccia un periodo di 3 secoli, con particolare riguardo alla vita degli Ebrei d’Italia. La nostra associazione pensa di pubblicare in forma di dispensa tali lezioni, offrendole ai partecipanti al Seminario e vendendole poi ad altri. Sarebbe cosa di speciale attualità dato il centenario del “48” che ricorre quest’anno e che commemorare la fine del Medio Evo Ebraico. La pubblicazione (sostituisce in interlinea stampa) delle dispense litografate (aggiunto in interlinea) costerebbe dalle 20 alle 30.000 lire, per 200 copie. Se ci fosse un Vostro contributo, si potrebbe pensare a una vera e propria pubblicazione a stampa».
Il 20 luglio la Fondazione rispondeva:
«Ci è pervenuta ieri la lettera Sua, senza data… A parte la questione che bisogna esaminare il manoscritto per giudicare se l’argomento rientra negli scopi di questa Fondazione di fare propaganda contro l’antisemitismo, in questo momento il bilancio non dispone di fondi liquidi, avendoli già impiegati nella pubblicazione di un opuscolo dell’avv. Salvatore Jona di Genova, diffuso in tutte le Comunità, e nel concorso a premio di una pubblicazione sulle “Cause…” … (il riferimento è al concorso bandito nel 1947, n.d.r.), nonché nelle lezioni di ebraico e di studi ebraici tenute nello scorso anno sotto mia direzione».
L’opuscolo di Salvatore Jona cui Disegni faceva riferimento è quello intitolato Il sentimento d’amore nella Bibbia, citato in una lettera del 21 luglio 1948 inviata da Arturo Uzzielli allo stesso Jona (dove però ha per titolo Sentimenti d’amore nella Bibbia), che fu appunto pubblicato a cura della Fondazione.
Una proposta editoriale fu anche avanzata in concomitanza del Congresso rabbinico organizzato dalla Fondazione nel 1950: Ferruccio Pardo, presidente dell’Istituto Magistrale Statale “Laura Bassi” di Bologna, aveva scritto a Dario Disegni nel febbraio 1950 chiedendo che in occasione del Congresso fosse pubblicato un suo studio sullo Stato d’Israele. Pur rispondendo che il tema esulava dagli argomenti di interesse del congresso, Disegni, riconoscendone l’interesse in relazione agli scopi più generali della Fondazione, aveva proposto a Pardo di sottoporre la pubblicazione al Consiglio della Fondazione.
Nei fatti, oltre all’opuscolo di Salvatore Jona sono attestate ad oggi altre quattro pubblicazioni curate in tutto o in parte dalla Fondazione. L’edizione italiana dello Studio sull’antisemitismo cristiano di Jules Isaac, curata da Achille Rimini e pubblicata nel 1953 in collaborazione con il Bollettino della Comunità Israelitica di Milano; la traduzione curata da Elia Kopciowski del libro Genti d’Israele disperse e redente di Izchak Ben Zevì, uscita nel 1959 in collaborazione con la fondazione Sally Mayer di Milano; nel 1960 l’opuscolo Auschwitz e il comandante del campo di Costantino Fitzgibbon (premessa e traduzione di Giorgio Romano); e gli atti del Convegno tenutosi a Torino il 19 aprile 1964 intitolato Una svolta nei rapporti fra la Chiesa cattolica e gli ebrei?