Maggio 1880. Lettera: Mortara risponde a Jona sulla questione del voto nei giorni di festa
Percorso: Rabbino Marco Momigliano – Rabbino Marco Mortara
Dati:
mittente: Marco Mortara, Rabbino Maggiore di Mantova
destinatario: Salomon Jona, Rabbino Maggiore di Modena
oggetto: Mortara aderisce alla proposta di Jona di permettere il voto durante il primo giorno di Shavu‘ot (festa delle Settimane)
Si tratta di una lettera di Marco Mortara a Jona contenuta all’interno del copialettere usato da Momigliano tra il 1870 e 1897 (carta 48), che deve averla trovata di particolare interesse, tanto da trascriverla tra le proprie. Non è riportata la data, sebbene sia quasi certamente da far risalire al maggio 1880, mese in cui ebbero luogo le elezioni menzionate nel documento. Reca il titolo «Risposta al P.o Jona Rab.o di Modena del Rab.o Mortara».
Mortara, al contrario di Momigliano, aderisce alla proposta di Jona. Non si può fare a meno di notare la differente levatura intellettuale del rabbino di Mantova rispetto a Momigliano. Essa traluce non solo dallo stile della lettera, ma anche dalla chiarezza e dalla lucidità con cui alcuni concetti chiave sono espressi. All’inizio della lettera, il voto è definito «il primo atto di cittadinanza attiva, di sovranità nazionale coll’elezione del deputato legislativo».
La distanza tra le posizioni di Momigliano e di Mortara non potrebbe emergere più chiaramente, quando il rabbino di Mantova afferma che la proposta di Jona di permettere il voto in giorno di festa «è, a mio avviso, perfettamente conforme ai principi della nostra santa religione». Mortara sembra, peraltro, alludere all’inopportunità di richiedere uno spostamento del giorno delle elezioni sull’esempio inglese citando la differenza del contesto italiano rispetto a quello anglosassone:
In Inghilterra non hanno luogo elezioni né il sabato per rispetto alla religione israelitica, né la Domenica per rispetto alla cristiana. Da noi le lezioni [sic] hanno sempre luogo in domenica, senza riguardo al culto professato dall’immensa maggioranza dei cittadini.
Richiedere un’eccezione ad esclusivo vantaggio del culto ebraico avrebbe, dunque, creato imbarazzo tenuto conto del fatto che lo Stato ignorava sistematicamente le esigenze del culto maggioritario cattolico, tenendo le elezioni regolarmente di domenica.