Del.As.Em. - Delegazione per l'assistenza agli emigranti ebrei (II versamento)
Livello di descrizione
Fondo
Contenuto
Prima della DELASEM
Nel 1921 il Consorzio delle università o comunità israelitiche italiane fonda a Trieste il Comitato di assistenza per gli emigranti ebrei sotto la direzione di Angelo Sullam con il fine di sostenere e favorire l’emigrazione ebraica verso la Palestina. A partire dagli anni Trenta, analoghi comitati vengono istituiti nella principali città italiane, centri di transito soprattutto per gli ebrei tedeschi che tentano di sfuggire al regime nazista. Di particolare importanza risulta l’opera del Comitato di assistenza per gli ebrei profughi dalla Germania di Milano, presieduto da Federico Jarach: grazie a questo ente a all’operato di Raffaele Cantoni (Venezia 1896 – Roma 1971) vennero stabiliti saldi contatti con le maggiori organizzazioni ebraiche internazionali (Joint, Hicem, Hias) per il reperimento dei fondi per il sostentamento dei profughi e la loro successiva emigrazione.
Il 17 novembre 1938 vengono promulgate in Italia le leggi razziali: per gli ebrei stranieri rifugiatisi in Italia questo significa la revoca di tutte le concessioni di cittadinanza italiana fatte dopo il 1 gennaio 1919 (art. 23) ed il conseguente obbligo a lasciare i territori del Regno, della Libia e dei Possedimenti dell’Egeo entro il 12 marzo 1939.
E’ in questo periodo che il Comitato di assistenza per gli emigranti ebrei cambia nome e diviene COMASEBIT - Comitato di assistenza per gli ebrei in Italia: il nuovo ente deve occuparsi non soltanto del sostentamento ed aiuto agli ebrei stranieri rifugiati in Italia, ma anche di assistere e difendere gli appartenenti alle comunità italiane sottoposti alle restrizioni e discriminazioni del nuovo quadro legislativo. Il Comasebit prosegue la sua attività fino al 15 agosto 1939, giorno in cui il governo Mussolini ne ordina lo scioglimento.
Il 9 ottobre 1939 Lelio Vittorio Valobra, membro della giunta dell'Unione delle Comunità israelitiche, riceve l'incarico di riorganizzare l'attività assistenziale del disciolto Comitato, costituendo una delegazione che avesse il compito di favorire l'emigrazione degli ebrei stranieri che ancora si fossero trovati sul territorio nazionale, la DELASEM
Nasce la DELASEM: Delegazione assistenza Emigranti
La data ufficiale della nascita del nuovo organismo assistenziale è il 1 dicembre 1939, la sede principale viene stabilita a Genova, città del Valobra.
Due furono i compiti della DELASEM :
facilitare con ogni mezzo l’emigrazione dall’Italia degli ebrei stranieri
assisterli con ogni mezzo durante la permanenza in Italia, garantendo l'afflusso di fondi dalla Svizzera e la loro distribuzione nelle singole città.
Dal punto di vista organizzativo il compito più gravoso spetta alla Delegazione DELASEM di Genova la quale si assume il compito di tenere i contatti con le autorità italiane e i collaboratori, di consolidare i rapporti con le organizzazioni assistenziali estere e mantenere i rapporti con ambasciate e Consolati stranieri.
Sul territorio operano invece i rappresentanti delle varie delegazioni che, oltre a mantenere i contatti con la sede generale di Genova e la propria comunità si occupano di organizzare la raccolta di fondi, di provvedere all’assistenza degli emigranti fino alla loro partenza e di fornire dati statistici relativi al proprio operato. Laddove non fosse stata operante una delegazione come ufficio separato, era la stessa Comunità a fungere da rappresentanza.
La Delasem dopo il 10 giugno 1940
Quasi subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia molti ebrei in attesa di espatrio vengono arrestati
Il capo della polizia Senise dà ordine di fermare tutti i profughi stranieri per avviarli ai campi di concentramento: anche gli ebrei stranieri che si trovavano in Italia sono inclusi in questo provvedimento. Contemporaneamente viene chiesto a Valobra l’elenco di tutti i profughi: egli non solo si rifiuta categoricamente di consegnarlo, ma provvede invece a ad informare gli assistiti su dove e quando si sarebbero dovuti presentare per l’internamento, in modo che questi potessero scegliere se fermarsi come confinati liberi in qualche paese, se nascondersi per sfuggire all’internamento o accettare di entrare in un campo.
In luglio avviene la prima grande operazione per l’internamento dei profughi nei campi con destinazione Campagna (Salerno) a cui ne seguirono molte altre su tutto il territorio nazionale. Francesco Folino, nel suo libro sul campo di Ferramonti Tarsia (Cosenza) , parla di 26 campi; in una comunicazione d’ufficio della DELASEM, riportata nel medesimo saggio, sono elencati i nomi di 168 rappresentanti dei vari luoghi di internamento di cui 15 campi e 153 comuni dove erano gli internati liberi .
La Delasem aveva un suo rappresentante in ogni campo; lo stato forniva un sussidio giornaliero piuttosto limitato agli internati, per cui la Delasem provvedeva a inviare quanto veniva richiesto dai suoi assistiti e nel frattempo continuava a seguire le pratiche per gli espatri, informando poi gli interessati sulla data della partenza.
Dopo l’entrata in guerra dell’Italia e l’istituzione dei campi di internamento (oltre ai molti confinati liberi in varie zone), aumenta enormemente il volume della corrispondenza.
Si assume il compito del disbrigo della corrispondenza Noemi Jona Frayrayzen e per evitare troppe spese postali si ricorre ad uno stratagemma: si inventa il numero di un decreto che concede la franchigia postale alla Delasem e il trucco di cui mai nessuno si accorse si usa soprattutto per le lettere inviate ai campi e ai luoghi di internamento.
La Delasem dopo l’8 settembre
Valobra che l’8 settembre si trovava a Roma, torna a Genova e viene convocato in Questura dove viene informato dell'ordine di chiudere la Delasem.
Immediatamente provvede a nascondere gli schedari con i nomi dei delegati e degli assistititi: è l’arcivescovo di Genova Pietro Boetto che accetta di conservare la parte più importante dei documenti, necessaria per poter continuare, in clandestinità, l’opera di assistenza, nascondendole nelle canne dell’organo di S. Lorenzo. Il denaro della Delasem viene quindi depositato su un conto intestato alla S. Vincenzo con l’intenzione che la Curia , don Repetto e poi Massimo Teglio lo usino per continuare l’opera di assistenza della Delegazione.
Valobra rimane per un periodo nascosto nell’entroterra di Chiavari, da dove riesce ancora a seguire le sorti dell’organizzazione, ma ai primi di novembre deve scappare in Svizzera, dove viene nominato dirigente dell’ufficio italiano dell’organizzazione locale per gli aiuti agli ebrei
La Delasem dopo la Liberazione
Da quanto è possibile evincere dalle carte conservate presso l'Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici B. e A. Terracini di Torino, si può affermare che l'attività della Delasem non cessò di fatto neppure la termine della guerra. Dal 1945 tuttavia cambiarono, in parte i compiti della Delegazione o meglio vennero ampliati: oltre al sostegno e assistenza per i profughi ebrei dell'Europa dell'Est, rifugiati o in transito per la Palestina, la Delasem si occupò di compiere ricerche di ebrei italiani e stranieri deportati nei campi di sterminio, di cui famigliari e conoscenti chiedevano notizie, collaborando in questo campo con il Joint di Roma e di Milano.
Data estesa
1939 Gennaio 30 - 1946 Gennaio
Soggetti Produttori