CONGREGAZIONE DI MISERICORDIA E BENEFICENZA o DI CARITA' ISRAELITICA (1839-1925)


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La Ghemilud Chassadim (o Kassadim) era l'opera pia più antica e importante della comunità ebraica di Cuneo. Dal 1861 assunse la denominazione italiana di Confraternita di Misericordia e Beneficenza dell'Università Israelitica di Cuneo (alternativamente Congregazione o Compagnia); benché il rabbino Levi (si veda oltre) sostenesse che il Ministero dell'Interno aveva adottato ufficialmente questo nuovo titolo italiano, i documenti conservati nel fondo dimostrano che tanto gli organi pubblici quanto l'opera pia stessa continuarono ad utilizzare nella gran parte delle occasioni il titolo italiano da tempo scelto dal Governo: Congregazione di Carità. L'origine e la storia antica dell'ente sono riferite dal rabbino Giuseppe Emanuel Levi nelle prime pagine del Nuovo Statuto fondamentale e Nuovo Regolamento, pubblicato nel 1863 e conservato nel fondo come u.a. 155. L'istituzione era sorta nel 1687 con scopi principalmente religiosi e di studio, e con l'unica attività benefica di veglia agli ammalati e ai cadaveri. Levi non disponeva di fonti per il primo periodo di vita dell'ente, ma riuscì a ricostruire con precisione la sua storia dal 1753, ovvero da quando la Ghemilud era stata riorganizzata dal rabbino Zaccaria Treves: da allora in poi ogni quinquennio vi era infatti l'obbligo di rimettere mano al regolamento ed eventualmente modificarlo, ciò che consentì di mantenere memoria chiara almeno delle tappe giuridicamente più rilevanti dell'istituzione. Levi riferisce, ad esempio, che nel 1765 l'opera pia aveva deciso di provvedere alle spese funebri dei poveri, mentre dal 1769 - nonostante la cattiva situazione economica in cui versava - si era fatta carico del medico e dei farmaci per gli ammalati poveri. Fra alti e bassi finanziari, la Confraternita era arrivata al 1843 bisognosa di una "rifondazione", che era stata affidata ad una Commissione di tre membri appositamente eletta: ne era risultato un nuovo Statuto di 63 articoli, approvato sia dai soci, sia dalla Commissione speciale israelitica del Piemonte, sia anche dal Governo mediante decreto dell'Intendenza generale di Cuneo dell'8 ottobre 1844. Molte norme espresse nello Statuto del 1843 - purtroppo assente dalla documentazione conservata - caddero in disuso in ragione dei rivolgimenti socio-politici seguiti all'Emancipazione, e la comunità cuneese nel 1861 affidò al rabbino Levi la compilazione di un testo aggiornato e adeguato, che vide la luce appunto nel 1863 e da cui abbiamo tratto queste poche indicazioni storiche. Lo Statuto del 1863 elenca - di seguito agli scopi dell'opera pia, citati agli articoli 1-4 - i mezzi attraverso cui essa si procurava i fondi necessari alla sua attività; non solo: attribuisce la gestione dell'ente al Consiglio della comunità, che aveva tuttavia l'obbligo di mantenere un'amministrazione separata. Nel regolamento annesso la materia è divisa in tre capi. Nel capo primo si descrive la direzione dell'ente e si menzionano alcune figure affiancate ai membri del Consiglio della comunità: tesoriere, elemosiniere, vice-elemosiniere (che potevano essere scelti anche all'interno del Consiglio) e bidello (assunto). Il capo secondo è dedicato agli "Uffizi religiosi della Congregazione", il terzo gli "Uffizi di carità". Il documento è chiuso da una tabella con gli anniversari disposti secondo il corso dell'anno ebraico, da due "note" e dai documenti di approvazione dello Statuto stesso. Rileviamo infine, alla luce di un conto finanziario non datato ma che Levi fa risalire al 1784, che la Confraternita era proprietaria del cimitero ebraico di Cuneo già alla fine del XVIII secolo; stando a Giovanni Cerutti, l'opera pia fra 1857 e 1858 aveva provveduto alla ricerca di una nuova sede, avviando la pratica con il Comune (Cerutti cita un documento allegato alla seduta del Consiglio comunale della città del 9 dicembre 1858: G. Cerutti, Belavigna e i suoi, Primalpe, Cuneo, 2007, p. 99). Troviamo un altro resoconto della storia e dell'organizzazione dell'opera pia nella relazione che il rabbino Servi pubblicò nel 1866 sul "Corriere Israelitico"; di grande utilità anche l'u.a. 157, che raccoglie atti e documenti fondanti dell'ente. Quest'ultimo documento attesta in modo inequivocabile il passaggio della dicitura: raccoglie infatti documenti datati fra 1839 e 1878, quando l'ente era ancora Confraternita di Misericordia e Beneficenza - ma fu rilegato in seguito con l'indicazione "Congregazione di Carità".
Data estesa
1839 - 1925 Agosto
Descrizione Estrinseca
6 serie, 6 sottoserie, 3 sotto-sottoserie, 68 UA

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