Testimonianze e memorie autobiografiche sulla deportazione


Livello di descrizione
Serie
Contenuto
Negli anni Cinquanta Stella Valabrega in Duretti venne contattata da un giornalista a Carrù, dove viveva con la famiglia; alla richiesta di rilasciare un'intervista-testimonianza in quanto reduce di Auschwitz, tuttavia, si era rifiutata. Le testimonianze raccolte in questa serie sono scaturite certamente da un bisogno, maturato lentamente negli anni, di raccontare la propria esperienza ma, allo stesso tempo, sembrano essere più il frutto di situazioni estemporanee che non un sistematico racconto memorialistico. Contengono anche alcune incongruenze. Nella prima delle tre testimonianze, ad esempio, Stella Valabrega scrive di non aver saputo della sorte toccata ai genitori fino alla sua liberazione, ma da riferimenti contenuti nelle lettere di Albina Deiuri (sua compagna di prigionia) è chiaro che non era così. Oppure, erroneamente crede di essere stata liberata dagli inglesi, mentre la sua liberazione si deve alle forze armate americane. Solo nell'ultima delle tre testimonianze autobiografiche, infine, Stella Valabrega si apre a particolari della sua vita nel campo di concentramento. I manoscritti del 1955 e del 1978, inoltre, contengono chiari riferimenti alla sua appartenenza alla religione cattolica, alla non presenza della madre nelle liste di ebrei (anzi, alla sua appartenenza alla razza ariana) e quindi al suo sacrificio di seguire marito e figlia pur potendo scampare alla morte.
Data estesa
1955 Agosto 31 - 2000
Riferimenti a Luogo
Auschwitz , Carrù (Cuneo)
Descrizione Estrinseca
4 unità fascicoli
Tipologia fisica
fascicoli

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